戦後の空へ青蔦死木の丈に充つ
sengo no sora e aotsuta shiboku no take ni mitsu
la giovane edera
puntando al cielo del Dopoguerra
avvolge un albero morto
Da: Gendai no shūku, Iizuka Shoten, 1988, p. 74
白鳥吹かれくる風媒の一行詩
hakuchō fukarekuru fūbai no ichigyōshi
il cigno
preso e portato dal vento –
poema a un solo verso
Da: Haiku Kenkyū, Vol. 47, 1980, p. 40
灰皿に小さな焚火して人を恋う
haizara ni chīsana takibi shite hito o kō
nel posacenere
accendo un piccolo falò –
il desiderio
Da: fudemaka57.exblog.jp
トランプの王家悲しげ四月馬鹿
torampu no ōke kanashige shigatsubaka
la famiglia reale
gioca a carte e sembra triste:
Pesce d’aprile
Ivi
水温むうしろに人のゐるごとし
mizu nurumu ushiro ni hito no irugotoshi
l’acqua si fa tiepida –
qualcuno è in piedi
alle mie spalle
Da: Gappon haiku saijiki, Kadokawa Shoten, 1974, p. 75
Traduzioni dal giapponese di Luca Cenisi
Harako Kōhei (1919-2004) è stato un poeta giapponese originario dell’isola di Hokkaido. Laureatosi in lettere presso l’Università di Tokyo, si è avvicinato allo haiku grazie a Katō Shūson (1905-1993) e alla rivista Kanrai 寒雷 (‘Tuono invernale’).
Nel 1946, insieme a Kin’ichi Sawaki (1919-2001) e Hosomi Ayako (1907-1997), fondò la rivista Kaze 風 (‘Vento’), pubblicando sia poesie che testi critici e promuovendo, al contempo, un rinnovamento di questo genere poetico alla luce del nascente movimento socialista (shakaisei haiku 社会性俳句).
Segretario della Gendai haiku kyōkai 現代俳句協会 (‘Associazione dello haiku moderno’) nel 1952, ha vinto numerosi ed importanti riconoscimenti a livello nazionale e viene oggi ricordato come una delle voci più innovative del panorama postbellico insieme all’amico Kaneko Tōta (1919-2018).