Commento critico allo haiku di Angelica Costantini, pubblicato sulla pagina Facebook del Gruppo di studio sullo haiku l’8 gennaio 2019.
ore d’inverno –
un corvo in volo taglia
la pioggia a metà
Un’opera caratterizzata da una combinazione di immagini (toriawase 取り合わせ) fresca ed evocativa, che porta ad un’accelerazione scenica tangibile e decisamente coinvolgente.
L’involuzione lenta e silenziosa (seijaku 静寂) del primo verso, infatti, viene spezzata – oltre che graficamente, mediante ricorso al kireji 切れ字 – dal volo di un corvo nel secondo ku 句, che pare tagliare in due la pioggia come la lama invisibile di un coltello, facendo progredire gli eventi in maniera del tutto inattesa e subitanea. La sottigliezza (hosomi 細身) che informa la seconda parte dello scritto assume così una doppia direzione: verticale, in quanto riferibile alla pioggia invernale che cade dal cielo, ed orizzontale, collegata al movimento trasversale dell’uccello (verosimilmente, da un ramo all’altro).
Tale bidirezionalità è peraltro perfettamente sovrapponibile ad una ricostruzione basata sul principio del fueki ryūkō 不易流行 (“l’eterno e il contingente”), dove su un asse è collocato un invariato ed immutato paesaggio invernale, mentre sull’altro trova spazio un’occorrenza occasionale e incidentale, ossia la planata di un corvo (karasu 烏) attraverso la pioggia.
Da un punto di vista formale, l’opera è costruita sulla scorta di un conteggio sillabico di tipo metrico; il rigo finale si chiude con apocope, laddove il termine “metà” – al pari di lemmi come “città” o “libertà” – incarna una forma piena e non tronca, dato l’allentamento dalla sua derivazione originaria (l’arcaico metate o metade, etimologicamente legato alla medietas latina).
La morbidezza ed apertura data dall’allitterazione della vocale “o” nei primi due righi viene spezzata dalla consonante “t” nelle parole che chiudono i vv. 2 e 3, pur mantenendo un’origine di equilibrio e levità grazie alla “v” presente nell’espressione “corvo in volo”.
Lo scritto mostra dunque una perfetta armonia ed un ottimo equilibrio espressivo (sugata 姿), trasformando una scena apparentemente spoglia e malinconica (e, dunque, prossima ai canoni del sabi 寂 e del wabi 侘) in una rappresentazione dinamica e vitale, sufficientemente aperta per permettere al lettore di lasciarsi “attraversare dalle cose del mondo” (mono no aware 物の哀れ) proprio come ha fatto la pioggia – in maniera decisamente più letterale – con il corvo protagonista di questo haiku.
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Immagine: Watanabe Shōtei, Corvo sopra un ramo innevato (1910 circa)