半身は夢半身は雪の中
hanshin wa yume hanshin wa yuki no naka
parte di me
è in un sogno, parte di me
è nella neve…
Da: Gendai haiku shūsei, Rippūshobō, 1996, p. 204
かぶとむし地球を損なわずに歩く
kabutomushi chikyū o sokonawazu ni aruku
lo scarabeo cammina
senza ferire
la terra
Da: Haiku, Vol. 52, Kadokawa Shoten, 2003, p. 227
秋風や模様のちがふ皿二つ
akikaze ya moyō no chigau sara futatsu
vento d’autunno –
le diverse fantasie
di due piatti
Da: Haiku, Vol. 59, Kadokawa Shoten, 2010, p. 32
白雲の下に鬱気の蟹といる
shirakumo no shita ni ukki no kani to iru
sotto le candide nuvole
mi fa compagnia
un granchio malinconico
Da: Joryū haiku shūsei, Rippūshobō, 1999, p. 97
死に未来あればこそ死ぬ百日紅
shi ni mirai areba koso shinu sarusuberi
se c’è qualcosa
dopo la morte, allora morirò!
Mirto crespo
Da: Kanshō josei haiku no sekai, Vol. 6, Kadokawa Gakugei Shuppan, 2008, p. 22
Traduzioni dal giapponese di Luca Cenisi
Kiyoko Uda (Tokuyama, 1935) è una poetessa e critica giapponese, membro dell’Accademia delle Arti Giapponesi (Nihon geijutsu-in 日本芸術院) e dell’Associazione dello haiku moderno (Gendai haiku kyōkai 現代俳句協会), di cui peraltro è stata Presidente dal 2006 al 2011. Iniziò a studiare haiku nel 1953, durante il periodo delle scuole superiori, grazie al poeta Bakurō Tōyama, avvicinandosi in seguito alla figura di Katsura Nobuko (1914-2004) e alla rivista Sōen 草苑 (‘Giardino d’erba’), fondata da quest’ultima nel 1970.
Responsabile di NHK Haiku World, oltre che membro di giuria di diversi concorsi letterari, tra cui lo HIA Haiku Contest, ha vinto numerosi riconoscimenti, sia a livello nazionale che internazionale.
Tra i suoi principali lavori menzioniamo: Rira no ki りらの木 (‘Pianta di lillà’) del 1980, Natsu no hi 夏の日 (‘Giorno d’estate) del 1984, Hantō 半島 (‘Penisola’) del 1988, Zō 象 (‘Elefante’) del 2000 (vincitore del Premio Dakotsu nel 2001), Kioku 記憶 (‘Ricordi’) del 2001 e la raccolta Uda kiyoko haiku shūsei 宇多喜代子俳句集成 (‘Antologia di haiku di Uda Kiyoko’) del 2014.
Nei suoi scritti la Uda parte da un rapporto di reciproca, intima influenza tra uomo e natura, enfatizzando le emozioni e i sentimenti dell’individuo senza tuttavia mai estromettere il contesto circostante, ma anzi rendendolo compartecipe di questi movimenti interiori.