Gli zappai 雑俳 (letteralmente, ‘haikai miscellanei’, anche detti zakku 雑句 o ‘ku miscellanei’) sono una particolare categoria di componimenti che non rispetta i “canoni” dello haiku tradizionale (in particolare, la presenza di un riferimento stagionale o kigo 季語).
Spesso definiti erroneamente “pseudohaiku” e relegati a categoria residuale e di minor interesse a livello letterario, rappresentano invero nel panorama poetico giapponese, un genere dotato di identità e dignità storicamente radicate nello haikai 俳諧, sostanzialmente distinto sia dallo haiku che dal senryū 川柳.
Secondo il critico e studioso Katsutada Suzuki (1923-2012), gli zappai possono infatti essere definiti come «haikai in cui i sentimenti umani vengono composti in forma di hiraku 平句 [i ku 句 ordinari della haikai no renga, N.d.R.] e che non possono essere incorporati in altre forme di haikai esistenti»¹.
Essi sono tutt’oggi oggetto di studio e pratica, acquisendo peraltro una fisionomia “locale” in determinate zone del Giappone.
Si consideri, ad esempio, lo higo kyōku 肥後狂句², forma poetica umoristica largamente praticata nella prefettura di Kumamoto, nella quale la guida del consesso (senja 選者) è incaricata di comporre la prima riga di 5 on 音 (che fornisce anche l’argomento – il kadai 課題 o kasa 笠 – della poesia ) e gli altri partecipanti i restanti versi, rispettivamente di 7 e 5 on, così da ricondurre lo scritto finale entro lo schema “canonico” di diciassette unità fonetiche, seguendo al contempo alcune regole particolari nel conteggio di determinati suoni e caratteri.
Di seguito si riportano due esempi di higo kyōku:
段々と 孫に芽生えた反抗期
dandan to mago ni mebaeta hankō-ki
poco alla volta si è arrivati alla ribellione dei nipoti
Haruo Gotō (NHK, 18 febbraio 2016)
菊薫る 偉業もやっと認められ
kiku kaoru igyō mo yatto mitome rare
crisantemo profumato finalmente il duro lavoro viene riconosciuto
Nobuyoshi Azuma (NHK del 19 novembre 2015)
Note:
¹ K. Suzuki, in Simply Haiku, Vol. 3/1, primavera 2005.
² I kyōku 狂句 o ‘ku pazzi’ sono una declinazione di questa forma poetica.