Presentazione della silloge Silence: A White Distrust. An Experimental Poem in Linked Form di Ram Krishna Singh (2020) a cura di Andrea Cecon.
Parlare del Professor Ram Krishna non è facile, per me. Lo conobbi in rete una ventina di anni fa e la sua poetica mi colpì forte allora come oggi. Nato a Varanasi, in India, compone haiku in lingua inglese da circa quattro decadi e ha già pubblicato 46 libri. Presente anche all’interno di riviste internazionali, rappresenta uno degli autori indiani contemporanei più interessanti.
Questa sua nuova fatica letteraria – Silence: A White Distrust – mostra uno stile e, soprattutto, un equilibrio sempre più rari nel panorama letterario odierno.
La raccolta si compone di haiku, senryū e tanka di alta qualità. Nel complesso, il suo lavoro può essere visto sia come una lunga catena di versi collegati (come suggerito dal titolo stesso), sia come un insieme di poesie fruibili separatamente e parimenti godibili.
Non essendo uno scrittore od un esperto di poetica tanka, mi concentrerò principalmente sui suoi haiku in questa mia analisi.
Per esempio, l’insieme formato da due haiku e una tanka:
greet the sun
on the terrace—
two roses
(accolgono il sole/ sulla terrazza –/ due rose)
November morning–
too many thorns to reach
the only rose
and the tormenting thought
that I am forsaken
(mattino di novembre –/ troppe spine per raggiungere/ l’unica rosa/ e il tomentoso pensiero/ del mio abbandono)
stunted bud
in the earthen pot—
winter sun
(una gemma acerba/ nel vaso di terracotta –/ sole d’inverno)
è tra i miei preferiti. L’idea della solitudine – anzi, di più, dell’abbandono – viene veicolata efficacemente attraverso l’utilizzo di immagini quali “November morning” e “winter sun”. Oppure ancora la seguente sequenza:
earthy body
and nightness of silence
fear in mirror
return to the river
echoing hollowed sound
(un corpo di terra/ e l’oscurità del silenzio/ fremono allo specchio/ ritornano al fiume/ echeggiando vacue sonorità)
long waiting
short consultation—
ophthalmologist
(una lunga attesa/un breve consulto –/l’oftalmologo)
morning smog—
an asthmatic with grandson
coughing restlessly
on the terrace even
a limping crow seeks fresh air
(smog mattutino –/un asmatico con il nipote/ tossisce senza sosta/sopra il terrazzo anche/ un corvo zoppicante in cerca d’aria fresca)
che porta l’attenzione sul drammatico problema dell’inquinamento in India. Tra gli haiku e i senryū presenti in questa raccolta, si fanno poi notare, a mio avviso, i seguenti tre per semplicità (nota: non banalità), peculiarità che è propria di queste forme poetiche:
visiting home—
shadows of forgotten days
on the wall
(visita a casa –/ ombre di giorni dimenticati/ sulla parete)
on the terrace
facing the sun
an empty chair
(sul terrazzo/ affronta il sole/ una sedia vuota)
e questo, dedicato alla famosa festività indiana Diwali:
noise of crackers
monotony of light
Diwali
(suono di crackers/ monotonia di luce/ Diwali)
Ma c’è anche spazio per altri argomenti nei suoi scritti. Molte delle sue opere si caratterizzano, infatti, per tonalità decisamente erotiche, come nell’esempio che segue:
stain-dried lingerie
reminds of the night’s act—
flowers of lips
(la lingerie macchiata/ rievoca l’atto notturno –/ fiori di labbra)
nonché la pandemia da coronavirus, che sembra aver ispirato, invero, molti altri autori a livello globale:
sudden downpour–
even in sleep I worry
about the virus
(acquazzone improvviso–/ anche nel sonno mi preoccupo/ del virus)
Si tratta, in realtà, di un tema ripreso efficacemente anche in questa sequenza:
with spring comes
burial of romance:
COVID-19
(con la primavera arriva/ la sepoltura del romanticismo:/ COVID-19)
quarantined
I clear my throat
behind the face mask
breathe in unknown viruses
suffer new repressions
(quarantena/ mi schiarisco la gola/ dietro la mascherina/ inalando virus sconosciuti/ e subendo nuove restrizioni)
now lockdown
cut off life:
castration
(ora il lockdown/ recide la vita:/ castrazione)
Presupponendo una buona dose di riflessioni e ragionamenti, affrontare questa raccolta lascia indubbiamente il segno nel lettore. In essa, infatti, l’esperienza personale e quella collettiva si fondono insieme in maniera feconda. La poesia si dimostra ancora una volta un mezzo comunicativo efficace per trasmettere interi frammenti della nostra vita, e pensando alle opere del Prof. Ram Krishna Singh, la scelta della poetica d’ispirazione giapponese, con la sua essenzialità, risulta ancora una volta vincente.
Thanks Andrea Cecon for your generous support to my haiku and tanka.
My pleasure… really.