Gialla gioia,
il merlo becchetta nel prato
grani d’alba
Nella profondità nebbiosa del pomeriggio
“però, però”
tremanti aghi
Lanuginose incertezze, grigie
e grigie, ma i grilli
moltiplicano riflessi nel display
Nel compleanno del maggio
“Tu non sei onnipotente”
dice la pallida fanciulla
Grandine, chicchi come neve crudele–
una promessa aliena si sparge,
su foglie ferite, su chiusi sentieri
Da: A. Zanzotto, Haiku for a season / Haiku per una stagione, Mondadori, 2019
Perché definire haiku un componimento che non è un haiku?
Buonasera Marco,
i componimenti presentati, difatti, non sono stati chiamati haiku bensì, citando lo stesso autore, “pseudo-haiku” (dal greco ψευδο, ‘finto’, ‘falso’); il Zanzotto li ha anche chiamati “incerti frammenti”, se preferisce. Il titolo dell’opera dalla quale sono stati estrapolati gli scritti (“Haiku per una stagione”) ha seguito, con tutta probabilità, altre finalità di promozione editoriale.
Saluti
Luca Cenisi
Buonasera Luca, la ringrazio per la risposta. Preferisco e trovo più appropriato ” incerti frammenti”. Mi affascinano questi brevi componimenti : gli haiku e i tanka che ho scoperto ultimamente