春更けて諸鳥啼くや雲の上
haru fukete morodori naku ya kumo no ue
tarda primavera
una miriade di uccelli canta
sopra le nuvole
H. Nakanishi (a cura di), Hyōden Maeda Fura, Meiji Shoin, 1991, p. 112
大空の雲はちぎれて秋祭
ōzora no kumo wa chigirete akimatsuri
squarciate le nubi
del vasto cielo –
festa d’autunno
Ivi, p. 267
この雪に昨日はありし声音かな
kono yuki ni kinō wa arishi kowane kana
in questa neve
c’era ieri
il suono di una voce
Ivi, p. 268
雪山に雪の降り居る夕かな
yukiyama ni yuki no furi iru yū kana
scende la neve
sopra i monti innevati –
si fa sera
S. Mizuhara (a cura di), Haiku kanshō jiten, Tōkyōdō Shuppan, 1971, p. 280
冬雲や毎日通る肥車
fuyugumo ya mainichi tōru koeguruma
nubi invernali –
il furgone del letame
passa ogni giorno
Da: Gendai kushū, Chikumashobō, 1973, p. 65
Traduzioni dal giapponese di Luca Cenisi
Maeda Fura (1884-1954) è stato un poeta giapponese originario di Tokyo. Nel 1912 inviò un suo haiku alla rivista Hototogisu ホトトギス, entrando così in contatto con Takahama Kyoshi (1874-1959); questi riconobbe immediatamente il valore della poetica di Fura, annoverandolo, solo due anni più tardi, tra gli autori più rappresentativi del Gruppo, insieme a Dakotsu Īda (1885-1962), Hara Sekitei (1886-1951) e Murakami Kijō (1865-1938).
Di professione giornalista, perse tutti i suoi beni durante il terremoto del Kantō del 1923, decidendo così di trasferirsi, l’anno seguente, nella prefettura di Toyama. Ulteriormente provato economicamente dalla guerra, cambio residenza più volte sino al 1950, quando decise di tornare definitivamente a Tokyo. Morì nel 1954, a causa di un’emorragia cerebrale.