応々といへどたゝくや雪の門
ōō to iedo tataku ya yuki no mon
“sì, sì”, rispondo,
eppure seguitano a battere ‒
il cancello innevato
君が手もまじるなるべし花薄
kimi ga te mo majiru naru beshi hanasusuki
anche la tua mano
dovrebbe divenire un tutt’uno
con le spighe di ginerio
秋風や白木の弓に弦はらん
akikaze ya shiraki no yumi ni tsuru haran
vento d’autunno ‒
mi metto ad incordare
l’arco di legno
故郷も今はかり寝や渡り鳥
furusato mo ima wa karine ya wataridori
nel paese natio
solo il tempo di riposare ‒
uccelli migratori
卯の花の絶え間たたかん闇の門
u no hana taema tatakan yami no mon
finiti i fiori di deutzia
busso alle porte
dell’oscurità
Fonte: S. Kijima, Hyōchū Kyorai shō, Taikandō, 1943. Traduzioni dal giapponese di Luca Cenisi
Mukai Kyorai (1651-1704) è stato un poeta giapponese, annoverato tra i dieci discepoli eccellenti (Shōmon jittetsu 蕉門十哲) di Matsuo Bashō (1644-1694). Originario di Nagasaki, contribuì, insieme a Nozawa Bonchō (1640-1714) e sotto la supervisione del suo Maestro, alla pubblicazione di Sarumino 猿蓑 (‘La mantella della scimmia’) nel 1691, una delle più importanti antologie di renku e hokku della Scuola Shōmon, soprannominata anche il “Kokin Wakashū dello haikai”. Negli ultimi anni di vita, pubblicò il Kyorai-shō 去来抄 (‘Appunti di Kyorai’) e il Tabine-ron 旅寝論 (‘Trattato di un viandante’), entrambi documenti storici di enorme importanza per comprendere il pensiero e la visione poetica di Bashō.