Il fascino acerbo delle parole

Breve ricognizione sull’estetica dello shibui nella poesia haiku.

Termine fondamentale nella ricostruzione dell’estetica giapponese è lo shibui 渋い. Forma aggettivale del sostantivo shibusa 渋さ, letteralmente “austerità” o, più probabilmente, di shibumi 渋み (“astringenza”), esso affonda le proprie radici nella poetica del Periodo Muromachi (1333-1568), indicando, essenzialmente, tutto ciò che è asciutto o “astringente”, in contrapposizione a ciò che è amai 甘い, ossia “dolce”.
Sebbene la trattatistica in materia di poesia haiku tenda a focalizzare l’attenzione del lettore su altri principi estetici (principalmente il wabi 侘, il sabi 寂, il mono no aware 物の哀れ e lo yūgen), merita di essere evidenziato come anche lo shibui, con il suo fascino acerbo, discreto ed essenziale, abbia contributo in misura non trascurabile a ridefinire i contorni di un genere – lo haiku appunto – che fonda il proprio fascino sulla semplicità ed immediatezza di espressione, ossia sulla capacità, da parte dello haijin 俳人, di saper cogliere la realtà nel momento stesso in cui questa si manifesta, attraverso un procedimento di “quiescienza della mente” che non significa ablazione del sé, ma, ad un livello più profondo, riscoperta del sapore autentico dello spirito (kokoro no aji 心の味)¹ latente in ogni cosa, nel qui e ora naturalistico. Leggi tutto “Il fascino acerbo delle parole”

Lo spazio tra gli shōji

Una presentazione del libro La tradizione estetica giapponese. Sulla natura della bellezza di Laura Ricca, Carocci editore, 2016, pp. 192, Euro 21,00.

Laura Ricca, yamatologa e ricercatrice presso l’Università di Bologna, con il presente saggio intende avvicinare il lettore italiano ai principali canoni estetici della cultura e dell’arte giapponese, e lo fa coniugando rigore accademico ed immediatezza espositiva.
Delineando, dapprima, i caratteri di wa 和, uno dei quattro principi cardine della cerimonia del tè (insieme a kei 敬, “rispetto”, sei 清, “chiarezza” o “limpidezza”, e jaku 寂, “tranquillità”), e il cui senso è traducibile con “armonia” (in specie, quale derivazione di prosperità ed abbondanza), la Ricca imposta un’analisi sistematica ed onnicomprensiva di quei caratteri che impattano, in particolar modo, sullo sviluppo e sulla corretta comprensione dell’arte nipponica.
Tenendo sempre bene a mente le parole di Giangiorgio Pasqualotto, secondo cui il termine estetica, in Giappone, «va usato non per indicare qualche teoria di ‘bellezza’, ma per riferirsi ad un ambito di pratiche e di sensibilità caratterizzato dall’attività di metter in forma l’esperienza» (Yohaku, 2001), l’autrice accompagna il lettore in un cammino che, prendendo le mosse da un contesto prettamente speculativo, si distende ad abbracciare termini ed espressioni propri del mondo letterario e non come il fūryū 風流, il mono no aware 物の哀れ, il wabi 侘, il sabi 寂, lo shibui 渋い e lo yūgen 幽玄, sino ad approdare al capitolo conclusivo, dedicato al concetto di vuoto o 空. Leggi tutto “Lo spazio tra gli shōji”

Il cerchio e la pioggia sottile

Recensione della silloge Haiku italiani di Luigi Oldani, Samuele Editore, 2016, pp. 52, Euro 9,00.

Haiku italiani è una piccola ma significativa raccolta di Luigi Oldani che esplora, con inedita lucidità e freschezza, i più reconditi movimenti dell’individuo-poeta in quella dimensione vuota propria, appunto, del genere haiku. Gli stati d’animo e le esperienze personali del poeta si legano, così, con credibilità a un tessuto naturalistico che, pur non sedimentandosi in un rigido contesto stagionale, pare esaltare una “percezione istintuale” (honnōteki na kankaku 本能的な感覚) mai artificiosa e premeditata, coltivando, all’esatto opposto, una partecipazione emotiva (kokoro ni kaku 心にかく) diretta, subitanea.
I rimandi al pensiero Zen, con il quale l’autore ha avuto modo di entrare in contatto grazie alle attività del Tempio Shinnyoji di Firenze, sono ben evidenti, e sostanziano un tacito filo conduttore che percorre l’intero scritto, secondo uno schema libero ma non casuale che fa del momento presente l’ambientazione lirica privilegiata: Leggi tutto “Il cerchio e la pioggia sottile”

Tre waka estive

わがやどの池の藤波さきにけり山郭公いつかきなかむ
wa ga yado no ike no fujiunami sakinikeri yama hototogisu itsu ka kinakamu

Nel mio giardino
i fiori di glicine sul laghetto,
ecco, ad onde sono sbocciati.
Quando verrà a cantare
il cuculo della montagna?

Anonimo, III:135 Leggi tutto “Tre waka estive”