Circonferenze d’ombra

Lettura critica di uno haiku di Goran Gatalica, pubblicato su Harusame il 3 luglio 2019.

solar eclipse—
the silent beauty
of wildflowers

eclissi solare—
la muta bellezza
dei fiori di campo

Uno haiku che gioca sul contrasto tra luce ed ombra, visibile ed invisibile. Infatti, mentre l’eclissi (nisshoku 日食) nel rigo d’esordio inghiotte i raggi solari, i fiori di campo paiono acquisire un’inattesa, misteriosa bellezza nonostante la perdita della loro vivacità cromatica.
Questo fascino “sotterraneo” ( 幽) che emerge dalla lettura viene enfatizzato dall’aggettivo ‘muto’(shizuka 静か) e dalla lineetta (rectius, ‘em dash’) usata come kireji 切れ字, la quale pare prolungare il senso di stasi generale dell’opera.
Da notare il contrasto tra il suono sottile e acuto della consonante ‘s’ – che attraversa l’intera poesia – e la vocale ‘e’, ampia e rassicurante.

Link all’articolo originale in lingua inglese: https://bit.ly/2kracpt

Legami celesti

Lettura critica di uno haiku di Stefano Riondato del 30 agosto 2019.

Via Lattea –
una stella cadente
ci tiene insieme

The Milky Way–
a falling star
keeps us together

Questo componimento riesce ad universalizzare il sentimento che deriva da un’esperienza individuale del poeta attraverso il ricorso ad un’immagine decisamente classica nella letteratura giapponese. La Via Lattea o ama no gawa 天の川, infatti, oltre ad essere la galassia in cui si trova il nostro pianeta, rappresenta quel ‘fiume celeste’ che separa la principessa Orihime e il suo amato Hikoboshi nella storia popolare cinese Il mandriano e la tessitrice (Niulang Zhinü 牛郎織女), giunta in seguito in Giappone e talmente radicatasi nella cultura di questo Paese da essere celebrata ogni anno in occasione della ‘Festa delle stelle’ (Tanabata 七夕), il 7 luglio.
Il contrasto tra separazione (wakare 別れ) e ricongiungimento (saikai 再会) viene dunque reso in maniera decisamente convincente da movimento della stella cadente nel cielo notturno, tracciando un segno nitido e sottile nella vastità del creato, quasi a formare un ponte (hashi 橋) che possa permettere ai due amanti di riunirsi in un breve abbraccio. Leggi tutto “Legami celesti”

Epifanie del quotidiano

Breve nota di lettura di Matteo Contrini (co-fondatore della rivista Yoisho, laureato in Lingue e Culture dell’Asia Orientale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia) a Selezione naturale di Luca Cenisi (La Ruota Edizioni, 2018).

Ciò che più mi è piaciuto della raccolta è il fatto che l’autore abbia saputo ricorrere a elementi estetici tipici giapponesi e attualizzarli per descrivere il suo mondo individuale. Nei componimenti ho trovato più chiavi di lettura, da quella naturalistica a quelle filosofica e psicologica, senza che l’una escludesse le altre, grazie a un sottile gioco di accostamenti tra antico e contemporaneo, effimero e sempiterno, modesto e sensazionale. Da Shiki in avanti gli haiku vengono letti in chiave Zen, come la manifestazione di una pace raggiunta, ma i suoi scritti, invece, danno l’idea che le epifanie date dall’ambiente naturale in cui vive e contempla, siano il frutto di un turbamento interiore che solo con la scrittura riesce ad esorcizzare. Leggi tutto “Epifanie del quotidiano”

L’ombra del cielo

Prefazione al libro Ventagli di luce di Grazia di Lisio, Roma, Edizioni Progetto Cultura, 2017, pp. 56 (Euro 10,00).

Leggendo questa raccolta di Grazia Di Lisio non si può fare a meno di restare colpiti, in prima istanza, dalla leggerezza (karumi 軽み) e dalla delicatezza (shiori しをり) che pervadono ogni componimento. Così, mentre la prima direttrice apre a un’estetica fondamentalmente votata all’esaltazione della spontaneità poetica in simbiosi con il dato naturalistico — e, dunque, in netto contrasto con un’elaborazione statica (omomi 重み) e priva di reale slancio — la seconda condivide con il lettore un’ineludibile verità: l’incessante scorrere del tempo e l’impotenza dell’uomo nei suoi confronti, con il conseguente avvizzimento di ciò che prima era nel pieno del proprio vigore. Ne è testimonianza la stessa strutturazione dell’opera, divisa in sei sezioni, nella quale il nucleo centrale è rappresentato dai mutamenti stagionali, in un’ottica che comunque resta sempre “aperta”, ricettiva e decisamente non preconcetta. Facendo propria quella capacità di lasciarsi “attraversare” dalle cose del mondo (mono no aware 物の哀れ), infatti, la Di Lisio traccia un cerchio discreto ma deciso sulle sabbie della tradizione haikai, mutuando da questa uno sguardo sottile (hosomi 細身) e attento a ogni più piccolo accadimento, facendolo proprio nella misura in cui questo serva a cancellare ogni distanza tra percipiente e percepito e lasciandolo, infine, andare, proprio come uno specchio che non trattiene nulla di ciò che riflette: Leggi tutto “L’ombra del cielo”