sirijsko primirje
na grad bez krovova
pada prvi sneg
syrian truce
first snow falling on
a roofless town
tregua siriana
sopra una città senza tetti
la prima nevicata Leggi tutto “Tre haiku di Damir Damir”
sirijsko primirje
na grad bez krovova
pada prvi sneg
syrian truce
first snow falling on
a roofless town
tregua siriana
sopra una città senza tetti
la prima nevicata Leggi tutto “Tre haiku di Damir Damir”
元日やされば野川の水の音
ganjitsu ya sareba nogawa no mizu no oto
primo dell’anno –
ecco, il suono dell’acqua
di un ruscello
春風や堤ごしなる牛の声
haru kaze ya tsutsumi goshi naru ushi no koe
vento di primavera –
il verso delle mucche
lungo gli argini Leggi tutto “Cinque haiku di Konishi Raizan”
酔うてこほろぎと寝ていたよ
yōte kōrogi to nete ita yo
ubriaco
mi sono addormentato
con i grilli
よい宿でどちらも山で前は酒屋で
yoi yado de dochira mo yama de mae wa sakaya de
bella locanda:
da entrambi i lati, i monti,
di fronte, il negozio di liquori Leggi tutto “Cinque haiku di Santōka”
木がらしや目刺にのこる海のいろ
kogarashi ya mezashi ni nokoru umi no iro
vento d’inverno –
sulle sardine resiste
il colore del mare
初秋の蝗つかめば柔らかき
hatsu aki no inago tsukameba yawarakaki
primo autunno –
così soffice tra le dita
la cavalletta! Leggi tutto “Cinque haiku di Akutagawa”
松明に雨乞行やよるの嶺
taimatsu ni amagoi-gyō ya yoru no mine
riti di pioggia
alla luce delle torce –
monti notturni Leggi tutto “Tre haiku di Tan Taigi”
春の海終日のたりのたり哉
haru no umi hinemosu notari notari kana
mare di primavera,
sale… scende…
per tutto il giorno
菜の花や月は東に日は西に
na no hana ya tsuki ha higashi ni hi wa nishi ni
fiori di colza –
la luna a Est,
il sole ad Ovest Leggi tutto “Otto haiku di Yosa Buson”
E poi più nulla è un’antologia di haiku uscita a inizio anno per i tipi delle Edizioni Joker di Novi Ligure, la quale raccoglie il contributo di ben 25 haijin finlandesi, contributo che, come si legge nella nota iniziale di Antonio Parente (curatore e co-traduttore del libro), intende offrire un omaggio simbolico alla popolazione giapponese colpita dal disastro nucleare di Fukushima, avvenuto l’11 marzo 2011.
Capita (purtroppo) raramente di poter leggere, in Italia, componimenti in forma haiku di poeti stranieri e, quando questo avviene, riguarda perlopiù raccolte di pseudo-haiku di autori ben noti al pubblico internazionale (si pensi a Jack Kerouac, Tomas Tranströmer o Alejandro Jodorowsky) o i quattro classici giapponesi: Bashō, Buson, Issa e Shiki.
Dunque saluto con estremo piacere questa antologia, che ha il pregio di proporre voci poetiche inedite e ricche di spunti critici d’interesse, le quali – inscrivendosi in nel più ampio e noto contesto della poesia scandinava, con haijin del calibro di Jörgen Johansson, Tore Sverredal e Ola Sigvardsson – riesce ad enucleare uno stile proprio, sorprendentemente lucido e presente. Leggi tutto “Presente scandinavo”
Un contributo fondamentale alla comprensione dell’estetica dello Zen nelle arti – e nella poesia haiku, in particolar modo – è dato da Shin’ichi Hōseki Hisamatsu (1889-1980), filosofo, studioso e monaco Zen di tradizione Rinzai, già allievo di Kitarō Nishida (1870-1945).
Nella sua opera più famosa, Zen and the Fine Arts, Hisamatsu fa il punto dei suoi studi sull’estetica di matrice Zen, i quali lo avevano portato ad affermare che tutte le arti giapponesi ispirate ai principi zenisti dovessero possedere, per rispondere autenticamente alla dottrina, a sette valori chiave, ossia il fukinsei 不均整 (“asimmetria”), il kanso 簡素 (“semplicità”), il kōko 考古 (“austera dignità”), lo shizen 自然 (“naturalezza”), lo yūgen 幽玄 (“profondità e mistero”), il datsuzoku 脱俗 (“distacco”) e il seijaku 静寂 (“tranquillità”).
È fuori di dubbio che Hisamatsu, perfettamente consapevole che la vera qualità dello Zen risiede al di là delle mere apparenze e dei formalismi, abbia dato un contributo fondamentale alla comprensione delle molteplici influenze dello Zen nella poetica dello haiku. Lo studioso contemporaneo Jens Hvass commenta così il suo primo incontro con l’opera di Hisamatsu (Om Zen-æstetik, 1999): Leggi tutto “Lo Zen e lo haiku”
Alla parola “haiku” un numero sempre maggiore di persone associa oggi, quasi pacificamente, la definizione di un genere poetico di origine giapponese, composto da diciassette sillabe e tre versi (secondo lo schema 5-7-5) e derivato dal cosiddetto hokku 発句, la prima stanza di una forma letteraria più antica, a carattere collaborativo, detta renga 連歌 (“poesia legata”).
Pochi sanno, invece, che per comporre un buon haiku è necessario applicare altri canoni di forma e di “contenuto”, in primis la presenza di un riferimento stagionale o kigo 季語 (dal giapponese, letteralmente, “parola della stagione”), ossia quel termine/espressione che, direttamente od indirettamente, permetta di identificare il periodo dell’anno in cui lo scritto è stato composto o al quale il medesimo fa riferimento, come nell’opera che segue:
shiromomo ya tsubomi urumeru eda no sori
un pesco bianco:
la curva del ramo
rapita dai fiori
Ryūnosuke Akutagawa (1892-1927) Leggi tutto “Lo haiku. Un primo approccio estetico”
Il termine fūryū 風流 deriva, etimologicamente, dal cinese fengliu (“carezza del vento”) ed incarna un “cammino” di ricerca, al contempo artistica ed esistenziale, che procede per successivi gradi di affinamento, gradi che la tradizione identifica nel rizoku 俚俗 (“distacco”, “romitaggio”), nel tanbi 耽美 (“immersione estetica”) e nello shizen 自然 (“natura”).
Il rizoku implica, in estrema sintesi, una trasformazione di pensiero e di spirito che porta ad un distacco del singolo (il fūryūjin 風流人) da tutto ciò che è mondano (zoku 俗) e superficiale; il desiderio di fama e ricchezza deve, cioè, cedere il passo ad un affrancamento sempre più deciso dai vincoli e dalle tentazioni del mondo, in linea con uno stile di vita “sobrio” e privo di affettazione (la cosiddetta via dell’”uomo di montagna”, ossia del poeta-eremita). Leggi tutto “L’estetica del fūryū”