Una fragile assenza

Commento critico allo haiku di Vincenzo Adamo, pubblicato sulla pagina Facebook del Gruppo di studio sullo haiku il 20 luglio 2018.

alte sterpaglie
un canto di cicala
s’aggrappa al vento

Questo haiku di Vincenzo Adamo colpisce per l’evocatività della scena rappresentata e per quel senso di fragilità (shiori しをり), levità (karumi 軽み) e silenziosa malinconia (wabi 侘) che emerge già ad una prima, rapida lettura.
Le due immagini che compongono lo scritto (le alte sterpaglie, da un lato, e il verso della cicala trasportato dal vento, dall’altro), sebbene mostrino un chiaro segno di reciproca dipendenza – laddove, in particolare, il rigo d’esordio specifica il locus dell’azione poetica, o meglio l’origine dei due versi successivi – aprono invero ad un interessante contrasto “fisico”, contrapponendo un senso di staticità e densità quasi claustrofobica (appunto, le sterpaglie che, incolte, coprono la visuale dello spettatore a causa della loro crescita incontrollata) ad un principio di movimento, di libertà ed impermanenza (il vento che passa attraverso ogni minima fessura, nei campi).
Seguendo questa linea interpretativa non è dunque difficile richiamare alla mente uno dei più noti haiku di Matsuo Bashō (1644-1694): Leggi tutto “Una fragile assenza”

Il fiore e l’iperbole

Recensione del libro Gli haiku del viandanteHanafubuki di Massimo Baldi (L’ArgoLibro, 2018, pp. 130, Euro 12,00).

Gli haiku del viandanteHanafubuki (花吹雪, ossia “tormenta di fiori di ciliegio”) è una raccolta di 112 haiku composti da Massimo Baldi, con traduzione (in lingua giapponese), revisione e impaginazione a cura di Junko Nomura e Mascha Stroobant.
Baldi è una figura già nota nel panorama culturale italiano, specie in quello favolistico e poetico; con questa silloge – ultima sua fatica letteraria – egli riconferma dunque al pubblico ottime doti compositive, attraverso un linguaggio chiaro, immediato ma mai “semplicistico”, capace di offrire, secondo le parole del prefattore Francesco Sicilia, «una nuova consapevolezza che potremmo definire lenta e attenta». E in effetti, prendendo le mosse dal dato naturalistico, l’autore non procede ad una sua contaminazione soggettiva, ma ne enfatizza la componente universale secondo un processo di immersione (tanbi 耽美) che diviene unificazione e non stratificazione. Leggi tutto “Il fiore e l’iperbole”

Gli haiku e i kōan zen, di Antonio Sacco

Una proposta di relazione tra poesia haiku e pensiero zen, già pubblicata in lingua inglese su «Frogpond» Vol. 41:2 (estate 2018) con il titolo The Haiku and The Koan Zen.

Prendiamo qui in esame la relazione tra poesia haiku e kōan zen. Iniziamo ad analizzare come lo haijin si pone rispetto ad un oggetto, successivamente definiremo che cosa sono i kōan zen e in che misura essi si relazionano con gli haiku.
Un buon haiku deve essere un mezzo di meditazione per arrivare alla verità fondamentale; infatti chi compone un haiku non guarda ad un oggetto ma osserva come quell’oggetto. In altri termini, lo haijin si immedesima talmente tanto in un determinato oggetto da annullare la distinzione soggetto/oggetto.
Il poeta non deve descrivere ciò che vede, ma essere, in quel momento, ciò che descrive.
Lo haijin deve conseguire uno stato di “identificazione” così stretta con l’oggetto da annullare il proprio pensiero logico; quanto più uno haiku è profondo, tanto più esso rende l’idea di tale processo. Leggi tutto “Gli haiku e i kōan zen, di Antonio Sacco”

Intervista a Maria Laura Valente, a cura di Luca Cenisi

L.C. Innanzitutto, Maria Laura, grazie per avermi concesso la tua disponibilità per questa intervista. La prima domanda è, in verità, una richiesta di presentazione: puoi raccontarci brevemente chi sei e cosa fai nella vita?

M.L.V. Ciao Luca. Grazie a te per l’onore di questa intervista per il tuo sito, che seguo con costanza ed interesse, poiché è una fonte preziosa di arricchimento culturale ed umano per tutti gli amanti della letteratura e dell’arte di matrice giapponese.
Mi presento brevemente: mi chiamo Maria Laura Valente, sono nata a Campobasso (Molise) nel 1976 e risiedo a Cesena, in Romagna, la terra natia di mio marito Valerius e che ha dato i natali anche a mia figlia Lorelei. Sono un’insegnante di materie letterarie alle superiori (ovvero, nella Scuola Secondaria di Secondo Grado, per usare l’attuale nomenclatura sancita dal MIUR). Leggi tutto “Intervista a Maria Laura Valente, a cura di Luca Cenisi”

L’attesa del cielo

Commento critico allo haiku di Eufemia Griffo, pubblicato sulla rivista Otata il 1° luglio 2018.

spring fog
the muffled cry
of a seagull

nebbia primaverile
il grido ovattato
di un gabbiano

L’autrice, con questo componimento – permeato da un evidente senso di levità (karumi 軽み) ma, al contempo, da un fascino solitario e melanconico (sabi 寂) – coniuga semplicità di dettato e profondità di sentire, elaborando per il tramite della propria esperienza un senso di indicibile che si pone quale paradigma interpretativo circolare e, tuttavia, “aperto”.
Così, la nebbia di primavera (harugasumi 春霞, kigo appartenente alla categoria “celeste” all’interno dei saijiki 歳時記), nell’avvolgere nel suo manto di silenzi ogni cosa, opera di fatto come reductio ad unum, annullando ogni differenziazione cromatica e sonora in favore di un’uniformità impenetrabile, voluminosa (futoi 太い) e, ad una prima lettura, opprimente. Leggi tutto “L’attesa del cielo”