winter landscape myself in diagram form
paesaggio invernale il me stesso a forma di diagramma
wilderness
i warm a shadow
with my blood
natura incontaminata
scaldo un’ombra
con il mio sangue Leggi tutto “Cinque gendai haiku di Stephen Toft”
winter landscape myself in diagram form
paesaggio invernale il me stesso a forma di diagramma
wilderness
i warm a shadow
with my blood
natura incontaminata
scaldo un’ombra
con il mio sangue Leggi tutto “Cinque gendai haiku di Stephen Toft”
バイブルをよむ寂しさよ花の雨
baiburu o yomu sabishisa yo hana no ame
leggendo la Bibbia
un senso di solitudine –
pioggia di fiori
Da: Haiku, Vol. 52, Kadokawa Shoten, 2003, p. 88
麦の芽に日こぼす雲や春寒し
mugi no me ni hi kobosu kumo ya haru samushi
dalle nubi gocciola il sole
sui germogli di grano –
la fredda primavera
Da: Gendai hyaku meikushū, Tokyo Shiki Shuppan, 2004, p. 39 Leggi tutto “Cinque haiku di Sugita Hisajo”
In quest’opera, l’elemento che colpisce immediatamente il lettore è, naturalmente, la disposizione del testo (waritsuke 割付け). La circolarità del messaggio – qui enfatizzata dall’assenza di marcature segniche e, dunque, di un punto di partenza prestabilito – viene infatti esteriorizzata attraverso una sorta di ensō 円相 poetico che esalta il vuoto centrale, ossia il punto di convergenza dei singoli elementi che lo costituiscono. L’okra o gombo (okura オクラ) è una pianta originaria delle regioni tropicali e subtropicali (in Italia si trovano massicce coltivazioni soprattutto in Sicilia) che fornisce frutti molto nutrienti e dal gusto leggero; questi si sviluppano subito dopo la fioritura, che avviene in tarda primavera. Qui, ad ogni modo, il riferimento stagionale è ben definito: la piantina viene eradicata al sopraggiungere dell’inverno (fuyu 冬), ma non ci è dato sapere se per un travaso o perché inutile o malata. La sua sorte è avvolta nel mistero, esattamente come l’eco di un zengo no kire 前後の切れ primigenio che si amplifica esponenzialmente ad ogni lettura. Leggi tutto “L’ago del compasso”
水鳥の胸に分けゆく桜かな
mizudori no mune ni wake yuku sakura kana
si separano
sul petto delle anatre:
petali di ciliegio
大雪や隣のおきる聞き合せ
ōyuki ya tonari no okiru kikiawase
forte nevicata –
chiedo al vicino
se si è svegliato Leggi tutto “Cinque haiku di Rōka”
sickle moon –
reaping
emptiness
falce di luna –
mietendo
il vuoto
outside the Guggenheim
the shape
of real trees
fuori dal Guggenheim
la forma
degli alberi veri Leggi tutto “Cinque haiku di Gabriel Rosenstock”
うすらひは深山へかへる花の如
usurai wa miyama e kaeru hana no goto
ghiaccio sottile:
come un fiore torna
nelle profondità montane
筍や雨粒ひとつふたつ百
takenoko ya amatsubu hitotsu futatsu hyaku
germogli di bambù –
una goccia di pioggia…
due… cento… Leggi tutto “Cinque haiku di Fujita Shōshi”
Rows of grapes
the hill shines in the sun
Then the harvest
Filari d’uva
la collina brilla al sole
poi la vendemmia
Simonetta Sarchi (Milano), 23 novembre 2019
thin sickle
of the moon —
ripe grapes
falce sottile
di luna –
uva matura
Angiola Inglese (Pederobba), 13 novembre 2019
Il pino e il bambù è la silloge d’esordio di Margherita Petriccione, apprezzata haijin italiana che negli ultimi anni ha conseguito numerosi riconoscimenti a livello internazionale e consolidato la propria presenza all’interno delle principali riviste di settore.
L’opera si compone di due sezioni: la prima racchiude 171 componimenti in forma di haiku, mentre la seconda presenta al lettore 34 tanka 短歌. I testi sono inoltre accompagnati da alcuni scatti fotografici di Francesca Mele e disegni della stessa Petriccione, che danno accesso a inedite prospettive delle scene rappresentate.
Già ad una prima, rapida scorsa alle pagine saltano all’occhio due peculiarità: il raggruppamento degli haiku non secondo la classica scansione stagionale, ma per mesi, e la molteplicità di forme che questi assumono, spaziando dal monoku al distico, sino a delineare strutture metricamente molto libere e vicine ad una matrice dichiaratamente gendai 現代, come nell’esempio che segue: Leggi tutto “La lezione dei rami”