Intervista a Jan Benson

L.C.: Come prima cosa, vuoi presentarti e raccontarci chi sei e cosa fai nella vita?

J.B.: Sono una scrittrice e una poetessa. Il mio quotidiano consiste nel leggere, scrivere, insegnare, studiare e inviare i miei componimenti per la pubblicazione.
Ho frequentato l’università e conseguito due lauree; una in contabilità, l’altra in studi sociali con abilitazione all’insegnamento.
In seguito, grazie alle amicizie universitarie, mi sono avvicinata ad alcuni poeti ed artisti di Fort Worth e sono diventata una performer e recitatrice.
La poesia non era una strada così ovvia per me. Quando mi sono diplomata al liceo, il mio linguaggio principale era la musica. L’inglese era una materia che avevo difficoltà a comprendere ed ero particolarmente perplessa a causa delle sue sfumature grammaticali. Posso dire, in tutta onestà, che allora ero veramente poco letterata, leggendo molto poco e scrivendo solo quando ciò veniva richiesto come compito scolastico. Leggi tutto “Intervista a Jan Benson”

Cinque haiku di Kubota Mantarō

湯豆腐やいのちのはてのうすあかり
yudōfu ya inochi no hate no usuakari

tofu bollito –
una debole luce
alla fine della mia vita

Da: Kubota Mantarō zenshū, Chūōkōronsha, 1967, p. 46

短夜のあけゆく水の匂かな
mijikayo no akeyuku mizu no nioi kana

questa notte estiva
giunge al termine…
profumo d’acqua

Da: Nihon kindai bungaku taikei, Kadokawa Shoten, 1968, p. 451 Leggi tutto “Cinque haiku di Kubota Mantarō”

Lo haiku in Italia

È possibile parlare di “haiku italiani”? La domanda, apparentemente scontata, solleva da sempre, in verità, diverse questioni, relative principalmente alle divergenze culturali che separano il Giappone (terra di origine dello haiku) e, appunto, l’Italia. Io stesso, durante le varie conferenze e presentazioni svolte in questi anni, ho ricevuto le più varie obiezioni, tutte riducibili sostanzialmente all’impossibilità di far aderire completamente ed esattamente lo haiku tradizionale giapponese a quello nostrano.

Le complessità, invero, esistono e sono evidenti. Innanzitutto a livello formale, laddove lo “stacco” (kire 切れ) che solitamente divide l’opera in due parti, viene generalmente reso in Giappone mediante ricorso ai kireji 切れ字, letteralmente “caratteri che tagliano”. Non si tratta, come in occidente, di segni di punteggiatura (lineetta, virgola, due punti, ecc.), quanto di veri e propri termini che contano nell’economia metrica complessiva dello scritto, essendo ricompresi nel computo “sillabico” (ya や conta infatti un on, kana かな due, e così via) e che conferiscono, al contempo, una certa aulicità all’opera. Leggi tutto “Lo haiku in Italia”

Classic Haiku: A Selection

A selection of ten haiku from My Haiku Pond Facebook page (www.facebook.com/MyHaikuPond), translated by Luca Cenisi.

名月や雪踏み分けて石の音
meigetsu ya yuki fumiwakete ishi no oto

harvest moon–
pushing through the snow,
a stone noise

luna d’autunno –
attraversando la neve,
un rumore di pietra

Fukuda Chiyo-ni (1703-1775)

暖簾の奥ものふかし北の梅
nōren no oku monofukashi kita no ume

the emptiness
beyond the curtain–
northern plum flowers

il vuoto
oltre la tendina –
pruni del Nord

Shiba Sonome (1664-1726) Leggi tutto “Classic Haiku: A Selection”