Epifanie del quotidiano

Breve nota di lettura di Matteo Contrini (co-fondatore della rivista Yoisho, laureato in Lingue e Culture dell’Asia Orientale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia) a Selezione naturale di Luca Cenisi (La Ruota Edizioni, 2018).

Ciò che più mi è piaciuto della raccolta è il fatto che l’autore abbia saputo ricorrere a elementi estetici tipici giapponesi e attualizzarli per descrivere il suo mondo individuale. Nei componimenti ho trovato più chiavi di lettura, da quella naturalistica a quelle filosofica e psicologica, senza che l’una escludesse le altre, grazie a un sottile gioco di accostamenti tra antico e contemporaneo, effimero e sempiterno, modesto e sensazionale. Da Shiki in avanti gli haiku vengono letti in chiave Zen, come la manifestazione di una pace raggiunta, ma i suoi scritti, invece, danno l’idea che le epifanie date dall’ambiente naturale in cui vive e contempla, siano il frutto di un turbamento interiore che solo con la scrittura riesce ad esorcizzare. Leggi tutto “Epifanie del quotidiano”

Cinque haiku di Ozaki Hōsai

月夜戻りて長い手紙を書き出す
tsukiyo modorite nagai tegami o kakidasu

notte di luna –
rincasato, inizio a scrivere
una lunga lettera

Da: Bungaku no niji tatsu michi, Fujishoten, 1990, p. 332

雨の日は御灯ともし一人居る
ame no hi wa gohitomoshi hitori iru

giorno di pioggia:
resto da solo
alla luce della torcia

Da: Tōkō no rakugaki, Shunjū-sha, 1966, p. 32 Leggi tutto “Cinque haiku di Ozaki Hōsai”

Su fili di neve

Commento critico allo haiku di Maria Carmela, pubblicato sulla pagina Facebook del Gruppo di studio sullo haiku il 17 novembre 2018.

neve d’autunno –
sul vecchio telaio un ragno
intreccia i fili

Questo haiku di Maria Carmela si caratterizza per il ricorso ad un lessico semplice e mai pretestuoso, che contribuisce a rendere ancor più chiara e coinvolgente la giustapposizione (toriawase 取り合わせ) tra le due immagini presentate.
La prima neve del rigo d’esordio esalta, così, un fascino sobrio e malinconico, recuperando tanto lo spirito classico del sabi 寂 (la bellezza di ciò che è “patinato” dal tempo) quanto una dimensione di solitaria contemplazione (wabi 侘び).
L’“irregolarità” (fukinsei 不均斉) delle forme, direttrice particolarmente ricorrente in queste costruzioni poetiche, cede tuttavia il passo ad una visione più “omogenea” e regolare, alle naturali geometrie della tela di un ragno che, con paziente perizia, dà compimento al proprio lavoro. Leggi tutto “Su fili di neve”

Si oscura il mare: kasen renga

Di seguito presento la celebre kasen renga 歌仙連歌 (“renga di 36 stanze”) Umi kurete 海くれて (“Si oscura il mare”), composta nel 1684 da Matsuo Bashō (1644-1694) insieme a Hayashi Tōyō 林桐葉 (?-1712), Hozumi Tōtō 穂積東藤 (?-?) e Kōzan 工山 (?-?), da me tradotta.

I
海くれて鴨の聲ほのかに白し
umi kurete kamo no koe honokani shiroshi

si oscura il mare:
la voce delle anatre
di un indistinto candore…

Bashō Leggi tutto “Si oscura il mare: kasen renga”

Lo haiku in lingua inglese

Le principali linee guida per la composizione di uno haiku,
a cura di Michael Smeer (My Haiku Pond Academy)

Il suggerimento per la composizione di uno hokku da parte di Matsuo Bashō (1644-1694), il grande haijin giapponese, era: «impara le regole e poi dimenticatene.» Anche questa affermazione può essere letta in diversi modi. Io credo che Bashō intendesse dire: non farti ingabbiare da regole/linee guida, ma scrivi haiku in maniera naturale ed immediata. Le linee guida/tecniche dovrebbero passare in secondo piano. Sono appunto “linee guida”, non prescrizioni di legge.

Lo hokku è stato il predecessore dello haiku; era, in particolare, la prima parte (di 17 on) della renga, la quale veniva composta da diversi poeti durante incontri sociali. Lo hokku venne reso celebre, come forma poetica a se stante, da Matsuo Bashō e dai poeti della sua epoca, nella metà del XVII secolo. Masaoka Shiki lo ha poi modernizzato, introducendo il concetto di shasei (“spaccati [della natura”) e adottando regolarmente il termine haiku intorno al 1890. Leggi tutto “Lo haiku in lingua inglese”

Cinque haiku di Mori Sumio

北風に澄み遊ぶごとくに星またたく
kitakaze ni sumi asobu gotoku ni hoshi matataku

vento del Nord:
come stessero giocando, chiare,
brillano le stelle

Da: Mori Sumio, Kashinsha, 1992, p. 132

めつむりてひらきておなじ春の闇
me tsumurite hirakite onaji haru no yami

aprendo
e chiudendo gli occhi,
la stessa oscurità di primavera

Da: Haiku e no tabi, Kadokawashoten, 1990, p. 28 Leggi tutto “Cinque haiku di Mori Sumio”