Nel cuore delle cose, senza attaccamenti

Una lettura di Snow in a Silver Bowl. A Quest for the World of Yūgen di Hiroaki Sato (Red Moon Press, 2013, pp. 122, $ 12).

Snow in a Silver Bowl è un saggio del 2013 scritto dal professor Hiroaki Sato, noto studioso di letteratura giapponese e traduttore, nonché Past President della Haiku Society of America (HSA) dal 1979 al 1981, il cui scopo è quello di indagare le origini e i tratti distintivi dello yūgen 幽玄, principio estetico di fondamentale importanza nell’arte nipponica, e dunque anche nell’approccio allo haiku.
Tradotto, in genere, come “oscuro e indistinto”, questo termine viene fatto risalire al VI-VII secolo, periodo di forte penetrazione della cultura (e del pensiero) cinese in Giappone. Più nel dettaglio, secondo Sato, l’origine dello yūgen risiederebbe in tre fondamentali direttrici culturali: il Taoismo (in particolare, nel valore dell’”ineffabile” espresso nel Daodejing 道德經), la poesia giapponese di epoca Heian e il teatro 能, letto alla luce di principi codificati da Motokiyo Zeami (1363-1443 circa). Leggi tutto “Nel cuore delle cose, senza attaccamenti”

Come brezza d’estate

Recensione della raccolta La carezza del vento di Maria Laura Valente, Associazione Culturale “Luna Nera”, 2018, pp. 80, Euro 12,00.

La carezza del vento rappresenta la silloge d’esordio di Maria Laura Valente, haijin di talento già piuttosto nota nel panorama haiku internazionale, che con questo lavoro ha inteso raccogliere cinquanta dei suoi più significativi componimenti, accompagnando ciascuno a quattro traduzioni in lingua straniera: giapponese, inglese, francese e russo.
Da un punto di vista stilistico, le opere presentano nella maggior parte dei casi due immagini distinte, separate da una cesura segnica (la lineetta “–“), con il primo ku 句 che occupa il rigo di apertura, proponendo un’associazione armonizzante o un ribaltamento prospettico nei due versi finali:

orfanotrofio –
la carezza del vento
sulle ginestre

La giustapposizione (toriawase 取り合わせ) apre così la lettura e l’interpretazione ad un sillogismo limpido e credibile, laddove il poeta, lungi dal voler imporre una data direzione all’esperienza che inevitabilmente fluisce dal dettato poetico, ne esalta all’opposto l’imprevedibilità, enfatizzando ogni più semplice aspetto del quotidiano con sorprendente leggerezza (karumi 軽み). Leggi tutto “Come brezza d’estate”

Un nuovo firmamento

Recensione della raccolta A Constellation of Songs di Christina Sng, Vancouver, Allegra Press, 2016, pp. 14 (prima pubblicazione a cura dell’Origami Poems Project, Rhode Island, luglio 2016).

A Constellation of Songs è la prima, organica raccolta di haiku della poetessa e scrittrice singaporiana Christina Sng e racchiude, oltre ai componimenti, due dipinti sumi-e 墨絵 prodotti dalla stessa autrice e dalla figlia.
La raccolta è piuttosto breve, comprendendo un totale di soli 18 scritti suddivisi in 6 sezioni, ma ben rappresenta le doti poetiche della Sng nel campo della poesia haiku, doti che, specie negli ultimi due anni, l’hanno portata a vincere diversi premi a livello internazionale e ad imporsi, così, come una delle voci più convincenti del panorama poetico attuale, non solo asiatico.
Il tema principale è la “vita” nel suo evolversi, maturare e giungere alla fine, proponendo un percorso circolare di crescita a tratti commovente, che raggiunge l’apice nella sezione intitolata The Elation of Life (“L’ebbrezza della vita”), laddove l’individuo-poeta (lo haijin 俳人) diviene un tutt’uno con la realtà naturalistica che lo circonda, attraverso un’immersione che è al contempo estetica (tanbi 耽美) ed estatica (storm clouds/ my heart/ in a teacup; “nubi di tempesta/ il mio cuore/ in una tazza da tè”). Leggi tutto “Un nuovo firmamento”

Tutte le strade portano a casa

Prefazione alla raccolta di Andrea Cecon, Haibun italiani, Amazon Digital Services Inc., 2014, pp. 42 (Euro 2,64).

«Lasciata la mia dimora, non desidero nulla. Avendo le mani vuote, non temo le insidie del viaggio.» Matsuo Bashō (dall’Oi no kobumi 笈の小文)

Matsuo Bashō (1644-1694), oggi unanimemente considerato tra le voci poetiche più significative di tutti i tempi, era solito definirsi “una foglia in balia del vento”, ovvero un’esistenza nobile ed effimera, una parentesi di luce destinata a tramontare oltre l’orizzonte silenzioso. Nei suoi haibun 俳文 (“scritti haikai”) questo senso di “impermanenza” diviene il leitmotiv dominante nel rapporto uomo/natura, laddove ogni più piccolo (e, all’apparenza, ininfluente) accadimento quotidiano assurge, pur nella propria levità, a specchio dei mutamenti stagionali. Seguendo la via del fūryū 風流 (“soffio del vento”), la voce del poeta si fa dapprima sussurro e poi respiro: il suo tono si rinnova di ora in ora, senza fretta, senza identità, in perfetta simbiosi con la corrente ove “tutto passa e tutto resta”. Leggi tutto “Tutte le strade portano a casa”

I gendai haiku: un primo approccio teorico

Il Gruppo Italiano Haiku ha creato, un paio d’anni fa, una Pagina Facebook (Gendai haiku) il cui scopo è quello di incoraggiare il pubblico italiano alla lettura e allo studio dello haiku moderno. Si tratta di un progetto estremamente importante, poiché gli interventi pubblicati non si limitano alla mera traduzione/presentazione di opere di autori stranieri o nostrani, ma intendono fornire tutti gli strumenti necessari a una piena comprensione del movimento gendai 現代.

Ma cosa sono i realmente i gendai haiku?

Va innanzitutto premesso che, con l’espressione gendai haiku 現代俳句, ci si riferisce non tanto a un dato “assetto” poetico, quanto, piuttosto, a un periodo nella storia di questo genere letterario che parte dalla fine del XIX secolo sino ad arrivare ai giorni nostri. Leggi tutto “I gendai haiku: un primo approccio teorico”

Riflessioni sullo stacco nello haiku

Com’è noto, il kireji 切れ字 (letteralmente, “carattere che taglia”) rappresenta lo stacco tra immagini o concetti giustapposti, una pausa/cesura atta a creare un effetto di sospensione, ammirazione o coinvolgimento con il qui e ora naturalistico. Alla soglia «tra il livello semantico e quello musicale-sonoro» (Iarocci), il kireji è elemento essenziale nella composizione di un buon haiku. Nei Paesi anglofoni (in particolare, gli Stati Uniti), il problema della riproduzione di questo elemento sostanzialmente non si pone; alcuni dei più importanti critici e studiosi di letteratura giapponese dell’ultimo secolo come Reginald Horace Blyth (1898-1964), Harold Gould Henderson (1889-1974) e William J. Higginson (1938-2008), infatti, hanno reso lo stacco (kire 切れ) attraverso un uso intensivo dei segni d’interpunzione, ben comprendendo come, in Occidente, le “parole che tagliano” siano fisiologicamente impossibili da trasporre con assoluta fedeltà. Leggi tutto “Riflessioni sullo stacco nello haiku”

Oltre lo stile

Prefazione alla raccolta di Antonella Tissot, Cha no yu e fiori sdraiati sul tatami, Roccafranca, La Compagnia della Stampa Massetti Rodella Editori, 2016, pp. 88, Euro 12,00.

Cha no yu di Antonella Tissot è il risultato tanto di un processo linguistico semplice e lineare quanto di uno studio attento delle origini e dei valori estetici fondamentali dello haiku. La suddivisione dell’opera in quattro Sezioni – una per ciascuna stagione – non vuole rappresentare una mera classificazione formale degli eventi, quanto piuttosto quel cammino circolare di ricerca che, partendo dall’individuo-poeta (Io haijin 俳人), torna a quest’ultimo arricchito di quella verità poetica che costituisce, in ultima istanza, la cifra più significativa di questo genere. Si tratta, naturalmente, del fūryū 風流, termine mutuato dalla tradizione artistica cinese che incarna, appunto, un vero e proprio “percorso” di scoperta e maturazione, sia poetica che personale. Scrive Bashō:

C’è un elemento comune che attraversa la poesia di Saigyō, la renga di Sōgi, la pittura di Sesshū e la cerimonia del tè di Rikyū. È lo spirito poetico o fūryū: seguire la creazione, divenire amico delle stagioni (Nihon koten bungaku taikei 日本古典文学大系, trad. Origlia). Leggi tutto “Oltre lo stile”

Sul filo del crepuscolo

Recensione del libro di Daniel Gahnertz, Empty Title Space, Roma, La Ruota Edizioni, 2018, pp. , Euro 8,00.

Empty Title Space rappresenta la più recente fatica letteraria del poeta svedese Daniel Gahnertz, e segue di tre anni la precedente silloge di haiku Non senza titolo, pubblicazione che ho avuto il piacere di recensire per le pagine di Cinquesettecinque a marzo 2016.

Il libro, edito da La Ruota Edizioni di Roma, si presenta come un’opera in doppia lingua (inglese e italiano) decisamente matura, mostrando al contempo una chiara continuità non solo stilistica, ma soprattutto concettuale, con la precedente. La prima, nitidissima percezione che si ha già ad una rapida lettura, tuttavia, è quella di trovarsi di fronte ad un lavoro dove lo sviluppo poetico centrale si dipana a partire da due direttrici estetiche, la levità di dettato o karumi 軽み e quella visione sorridente ed equanime propria dell’okashimi おかしみ. Leggi tutto “Sul filo del crepuscolo”

La parola al silenzio

Recensione del libro di Terada Torahiko, Lo spirito dello haiku, Torino, Lindau, 2017, pp. 64 (traduzione e cura di Marco Taddei).

L’edizione che viene qui presentata al pubblico italiano raccoglie due fondamentali contributi all’approfondimento della poesia haiku da parte di Torahiko Terada (1878-1935), noto fisico e scrittore giapponese, già professore all’Università Imperiale di Tokyo e al Tokyo Daigaku Jishin Kenkyu-jo: lo Haiku no seishin 俳句の精神 (“Lo spirito dello haiku”) del 1935 e il “diario” letterario Natsume Sōseki sensei no tsuioku 夏目 漱石先生の追憶 (“Ricordi del professor Natsume Sōseki”) del 1932.

Nella prima parte del libro l’autore sviluppa ed approfondisce le proprie teorie sulla struttura e sull’estetica dello haiku, partendo dal peculiare rapporto che il popolo giapponese ha sempre avuto con la natura (shizenkai 自然界), rapporto lontano – anzi, diametralmente opposto – a quella visione utilitaristica e distaccata propria del mondo occidentale, la quale tenta di addomesticare la natura stessa asservendola ai più vari ed individualistici scopi. Leggi tutto “La parola al silenzio”